domenica 25 gennaio 2009

MENDELSOHN E GIOVANNETTI, DUE TEOREMI A CONFRONTO

MENDELSOHN E GIOVANNETTI, DUE TEOREMI A CONFRONTO

Le opinioni al vetriolo di un famoso pediatra Americano

Robert Mendelsohn non è un igienista-naturale alla Shelton, ma è altrettanto celebre in America e nel mondo per i suoi best-seller, piccanti e controcorrente.
I suoi libri stanno infatti in tutte le biblioteche che si rispettino, senza lasciar fuori quelle domestiche.
Non c’è Americano che, di fronte a un problema fisico suo o dei suoi familiari, ed in particolare dei suoi bambini, non dica Vediamo cosa ne pensa Mendelsohn.
Medico e pediatra, la sua fama se l’è guadagnata negli anni prendendo posizioni coraggiose e controverse, mettendo a nudo le incongruenze e le lacune, le debolezze e gli scheletri nell’armadio di quel grande e potente carrozzone che risponde al nome di Apparato Sanitario Mondiale.
Oltre che dare consigli specifici e dettagliati sulle varie afflizioni e casistiche che affliggono la popolazione, improntati all’originalità, alla franchezza, allo spirito umoristico, Mendelsohn non ci pensa due volte ad esternare le sue opinioni al vetriolo su Medicina e sui colleghi medici.

Vuoi star bene e mantenerti intatto? Non andare dal medico

Non è facile sentire un macellaio che dica Stai lontano dalla carne, o un panettiere che inviti la popolazione a consumare meno pane e meno grissini.
Ma nel caso di Mendelsohn ci si può attendere questo e altro.
Particolarmente nota al pubblico la sua paradossale raccomandazione a stare alla larga da medici e pediatri, categoria pericolosa a cui purtroppo lui appartiene.
Stai bene? Non andare dal medico, perché ti farebbe facilmente ammalare.
Stai male? Non andare dal medico, perché ti aggraverebbe la situazione.
Ci sei già andato? Ricordati e prendi nota di quello che ha detto, e poi fa esattamente l’opposto, se vuoi saltarne fuori intatto.
Questo l’irresistibile teorema Mendelsohn, carico di humour e di freddura anglosassone, ma anche di scomode verità, ormai stampigliato nella mente dei suoi tanti estimatori.

Uno sberleffo continuo all’Ordine Sanitario Internazionale

Se una cosa del genere viene detta da un paziente beffato, o da un mangia-medici qualsiasi, essa viene presa per una delle tante provocazioni dettate da spirito di vendetta o di rivalsa.
Ma, la medesima frase, proveniente dalla bocca o dalla penna di una autorità in campo sanitario, fa un certo effetto, non solo imbarazzante ma anche devastante, per la reputazione dell’Ordine Medico Internazionale.
Ordine Medico che farebbe ben volentieri a meno di annoverare tra le sue file un elemento così scomodo.
Ordine Medico che, tra l’altro, ha dato lo sfratto a fior di medici, con la tipica sua arma della radiazione, per infrazioni ed offese assai meno irritanti ed ingombranti di questa.

Impossibile figurare un Roberto Mendelsone in terra d’Italia

Ma Robert Mendelsohn vive in America, il Paese della Grande Mela e della Statua della Libertà.
Vi figurate un dr Roberto Mendelsone italiano, di Castelvetrano o di Finale Ligure, che fa il dissidente medico di lusso, e vende i suoi libri dirompenti, esposti come best-seller nelle librerie e nelle edicole delle stazioni ferroviarie d’Italia?
Sarebbe davvero troppo. Qualcosa riscontrabile al massimo in un romanzo di fantascienza, o in una fiction televisiva.

Ciononostante, se l’America suona le sue trombe del dissenso col dr Robert Mendelsohn, in Italia possiamo sempre suonare le nostre campane col dr Bruno Giovannetti

A Roma c’è il Colosseo, c’è Fontana di Trevi, c’è il Gianicolo, c’è lo Stato del Vaticano coi suoi Papi e i suoi Cardinali, e i non lontani trascorsi dell’Inquisizione, ma di statue della libertà nemmeno l’ombra.
Significa forse che tutti i medici italiani sono square, inquadrati, paurosi e pusillanime?
Nemmeno per sogno.
Sotto la cenere delle contestazioni epidermiche e di facciata, c’è brace che arde in abbondanza, tanta da fare invidia alla stessa America.
Il dr Bruno Giovannetti è un esempio probante di una dissidenza italiana repressa dal sistema quanto basta, ma non per questo meno arrembante e caustica.
Il nostro esponente non è famoso come Mendelsohn, ma non per questo è meno bravo e titolato, meno arguto e polemico nelle sue osservazioni, meno scompigliante e dissacrante nei suoi ricordi di ieri e nelle sue constatazioni di oggi.

Dica Trentatre. Trentatre anni come la mia militanza da Medico della Mutua.
La truffa istruttiva dei betabloccanti.

Immerso fino al collo nella Sanità di questo paese a partire dal 1975, ed avendo pertanto sulle spalle 33 anni di ininterrotta militanza come medico della mutua, ne ha viste letteralmente di ogni colore, ne ha sentite ed esperimentate di cotte e di crude, e l’album dei suoi ricordi è pieno di cose da raccontare.
Ha visto scorrere sotto i suoi occhi increduli, ha seguito il nascere, il prendere corpo, lo svilupparsi e il concludersi delle truffe più assurde e più atroci.
Ha dovuto inghiottire rospi in continuazione, facendo ricorso pure a qualche digestivo di troppo, quando i bocconi amari non andavano davvero giù.

Ha dovuto assistere e sottostare a corsi di aggiornamento in cui si sosteneva una certa cosa, come ad esempio che I betabloccanti sono controindicati nello scompenso cardiaco e, dopo 5 o 6 anni, trovarsi coinvolto in altri seminari dai toni esattamente opposti, dove si affermava che E’ da criminali non usare i betabloccanti nello scompenso cardiaco.

Gli imbrogli e le insolenze della B12

A proposito della B12, quando alle ditte farmaceutiche interessava sbarazzarsi di grosse ed ingombranti quantità di questa vitamina, prodotta a quel tempo dagli scarti di lavorazione della streptomicina, con cui si usava curare la tubercolosi, i medici prezzolati la prescrivevano non a rivoli ma a fiumi, mentre poi, passata la buriana, esauriti i bidoni stracolmi di materia prima che intasavano i magazzini, gli stessi suoi colleghi medici si dimenticarono improvvisamente delle gravi carenze di B12 che serpeggiavano paurosamente tra la popolazione italiana.
E, allora, tanto perché l’argomento B12 non scompaia del tutto dalla circolazione e dalle chiacchiere insulse dei salotti sanitari, si decise di associare la B12 alle ignare, salubri e sparute schiere di vegani di questo paese.

La miracolosa calcitonina e la generosità encomiabile della Finanza Pubblica.
Oggi non si prescrive più. Mistero della fede.

Nel caso della calcitonina, famoso farmaco che, diluito opportunamente costava un occhio della testa, centinaia di primari prezzolati distribuivano certezze sulla necessità di prevenire e curare l’osteoporosi con quel sistema.
Ammonivano i malcapitati medici della mutua sul pericolo giuridico che essi passavano a non prescrivere tale costosissimo ed indispensabile farmaco, che del resto era pure passato dalla mutua del generosissimo stato italiano.
La sostanza-base, estratta dagli scarti di macellazione di salmoni-delfini-tonni-balene, ridiventata oggi di moda con l’altro scandalo Omega-3, e contenuta nella risibile quantità dell’1%, veniva pagata 700% più dell’oro, cioè 7 volte più del metallo prezioso.
Anche in questo caso, come per i betabloccanti, come per la B12 e l’Omega-3, la grancassa televisiva, e i giornali in coro, facevano in modo che il mutuato medio pretendesse la prescrizione di calcitonina dal proprio medico curante.
Da 10 anni nessuno la prescrive più.
Come mai era indispensabile prima e ora non più? Mistero della fede.

Le miliardarie statine e il boicottaggio delle ricerche sull’omocisteina-killer

Ma la truffa continua.
C’è molto da dire sulla eradicazione dell’Helicobacter, accusato di ogni presunto delitto intestinale.
Non parliamo poi del colesterolo, al quale hanno cambiato persino caratteristiche e valori-normali, per abbracciare più malati da curare con le miliardarie statine.

700 mila lire a botta, per farsi dare una spinta AZT verso la tomba.
Non era, e non è, stato inventato ancora il profilattico a Testa-Intera.

Non parliamo poi della terapia AIDS/HIV, la quale ha fatto più morti delle varie disfunzioni etichettate come AIDS. Eppure negli anni 90 c’era gente che faceva la fila per pagare una visita a un luminare AIDS con la modica cifra di 700 mila lire, ed essere curata col famigerato killer AZT.
Non a caso, fuori delle compiacenti sale massaggio di Bangkok e dintorni, cioè a non oltre 20 metri dalle stesse, fioriscono i centri di cura AIDS, tipo servizio barba e capelli.
La barba te la curano le ragazze, e i capelli, o meglio i peli, il medico Clinton-ammaestrato, sempre con l’AZT.
Il maggiore esperto italiano AIDS, lo stesso che curava i malati con l’AZT a 700 mila per botta, spiegava a noi sottosviluppati medici che l’AIDS si contagia col sangue e lo sperma, ma non tramite zanzare e non tramite il bacio nella bocca.
Aveva con sé pure una modella sieropositiva che baciò di fronte a noi, per convincerci e darci prova evidente che non barava.
Ma noi medici, per quanto creduloni possiamo essere, sappiamo che nella saliva ci sono sempre tracce di sangue.
Chissà perché, tale discorso non valeva per l’AIDS.
Già, non era, e non è ancora, stato inventato il profilattico Testa-Intera, quello che non si infila sul pene e a partire dal glande, ma sulla testa a partire dalla nuca, tanto per capirci con precisione.

Le zanzare assassine per la malaria ma innocenti per l’AIDS

La malaria, notoriamente, si trasmette nel sangue tramite le zanzare.
Come dimensioni, il rapporto tra il parassita Plasmodium Malarie (o macro-protozoo della malaria) e il presunto micro-virus HIV dell’AIDS, è come quello che passa tra un camion e una scarpa.
Quindi noi dovremmo credere che una zanzara riesce sì trasportare un camion di infezione malarica, ma non, nel modo più assoluto, una scarpina di AIDS.
E nessuno obietta nulla.
La decisione di divulgare la certezza che la zanzara contagia la malaria ma non l’AIDS, fu presa ovviamente a tavolino per motivi molto pratici, di carattere sociale e sanitario.
Ti immagini le risse a volersi liberare di qualsiasi sieropositivo nel proprio quartiere, in presenza di zanzare trasmettitrici di HIV?

Gli ospedali del mondo, meta preferita di villeggiatura estiva ed invernale per la Zanzara Tigre

Negli ospedali del mondo poi, oltre ad esserci molti sieropositivi, le zanzare abbondano persino d’inverno, grazie al riscaldamento 24 ore su 24 che le mantiene affamate ed attive.
Meglio dunque assolverle.
Ennesima incongruenza di una teoria AIDS senza capo né coda, se non quella di terrorizzare a morte il genere umano, di fare un inno all’innocenza delle zanzare Tigre, e di spillare miliardi agli stati del mondo.
E l’Università La Sapienza di Roma, coi suoi irreprensibili luminari, pretende pure di fare il contropelo a Peter Duesberg, uno dei rarissimi esempi viventi di coraggio e di trasparenza scientifica di questo Mondo Cane della Ricerca Sanitaria.

Perseguitare l’umanità intera, la razza umana, l’Homo Sapiens, con una malattia che non esiste è evidentemente più semplice e conveniente che perseguitare la razza dei Ditteri del genere Anopheles
Vulgut Vult Decipi: il popolo vuole essere ingannato.
Coniato ai tempi di Cesare, vale più che mai 2000 anni dopo.

Complimenti alla AVA ed alla ABIN

I tuoi articoli, quanto dite in AVA e in ABIN, vanno bene e sono ben fatti.
Vorrei pure intervenire e darvi una mano.
Ma non me la sento. Mi fa difetto quella energia interna che voi dimostrate di avere.
Mi manca perché continuo a vedere tutto nero (almeno in Italia).
Vedo che tutto procede senza speranza di miglioramento.
Concordo con quanto ti ha detto Carmelo Scaffidi.
Ovvero che voi igienisti naturali e voi animalisti siete Quattro pazzi i quali, in una via intasata da 100 mila persone che corrono tutte in blocco verso una direzione sbagliata, pretendete di farvi un varco e procedere in senso inverso.

Ci vuole coraggio e determinazione, nonché una certa dose di pazzia

Ci vuole coraggio, determinazione, ed anche una fede che a me onestamente manca.
Concordo pure con la lodevole militanza animalista di Franco Libero Manco.
Mi sembrate dei D’Artagnan fuori del tempo e dello spazio, che incrociano eroicamente le loro spade contro i missili e il Napalm, o meglio ancora dei Don Chisciotte all’arrembaggio, coperti dalla sola armatura della penna e del cuore, ma in balia di cento e uno mostri spietati, di mille e una imbecillità.
Vedo una sproporzione abnorme tra la vostra voce e quella delle varie televisioni, giornali, università.
Vedo decine di migliaia di informatori farmaceutici sguinzagliati per la penisola.
Vedo presidenti, deputati e senatori con la mortadella e la trippa stampigliata sulla fronte.
Vedo sindacati pronti a mobilizzare trattori e forche lungo le strade e le ferrovie, al solo pensare di toccargli le quote latte e le quote carne.
Vedo banali cuochi diventare classe dirigente e classe docente.

Ci vorrebbe un nuovo Alighieri e un Nuovo Inferno Dantesco, carico di aggiornamenti

Tutto materiale umano che richiederebbe un nuovo Alighieri e una nuova versione dell’Inferno Dantesco.
Tutti concordi a predicare Prova del Cuoco, Proteine Nobili, Ammazza e Mangia, Omega3, Carenza B12, AIDS Trasmissibile (ma non col bacio e non tramite zanzare), Aviaria (ma non valida per i polli italiani, in quanto i nostri esecutori di polli usano i guanti e si lavano le mani ogni 15 secondi, come incredibilmente trasmesso dal TG3), Mucca Pazza (ma basta togliere l’osso alla fiorentina), Manzi e Maiali alla Diossina (ma solo quelli irlandesi), Pesce del Mekong (inquinato perché costa troppo poco).

E’ duro lottare contro i ladroni, ma è ancora peggio dover lottare contro le vittime dei ladroni

Io non ne posso più.
Non è solo una questione della strapotenza di queste bande di ladroni che hanno il mondo e la gente ai propri piedi.

Il problema che mi dissuade dall’agire è che la maggior parte della gente, in favore della quale si cerca di
fare del bene e di aprire degli squarci di verità, è veramente stupida ed ammaestrata come le pecore e le oche, indipendentemente dai titoli e dalle lauree che può avere.
Oltre che essere stupida, non si azzarda a ragionare e a raggiungere conclusioni.
Pesce inquinato del Mekong per colpa delle industrie Vietnamite e Cambogiane?
Generali tedeschi sono stati impiccati per molto meno di quanto hanno fatto gli Americani da quelle parti, ma la cosa non si deve dire.

Non sono fiero di essere medico. La lista delle cazzate è molto precisa e dettagliata.

Io non sono fiero di essere medico.
Non mi sento di appartenere alla categoria dei medici.
Mi considero un dissociato, come si diceva ai tempi delle Brigate Rosse.
Non un pentito, perché non ho mai condiviso il pensiero e le azioni dei miei colleghi.
Sono sempre stato un dissociato, ed ormai sto per diventarlo anche psichicamente.
Mi ritrovo addosso solo energia distruttiva. Mi incazzo e basta.
Sarà perché per quasi mezzo secolo ho fatto un mestiere che mi obbligava a fare l’opposto di quanto credevo giusto.
Per 33 anni, tanti quanti gli anni di un Signore (quello del terzo piano) a cui credo poco, ho pazientemente ascoltato:

1) Cazzate dette in malafede dai propagandisti farmaceutici.
2) Cazzate dette parte in buonafede e parte in mala da primari e da colleghi importanti che davano autorevoli e dogmatiche direttive.
3) Cazzate dette in buonafede dai pazienti, a loro volta subdolamente indottrinati dal perfido apparato televisivo

Non sono vegetariano per convinzione o debolezza gastronomica, ma simpatizzo per gli animalisti

Sai che non sono vegetariano e tanto meno vegano.
Al limite non sono d’accordo con te sulla dannosità dei latticini, che vedo come un male minore.
Simpatizzo però coi vegetariani, soprattutto dal punto di vista animalistico.
Sono senz’altro convinto che la questione delle proteine nobili sia una grossa balla e una perfida truffa, e che le proteine animali non siano affatto indispensabili.

L’obiettività e la cultura della Televisione Italiana.
Un paese civile e sviluppato non può ridursi a questo miserabile, vergognoso, infimo livello.

Per quanto concerne l’obiettività della televisione italiana, essa salta ancora di più all’occhio guardandola all’estero, in quei programmi limitati e concentrati che dovrebbero rappresentare il meglio della nostra cultura.
Tu che frequenti l’Oriente ancora più di me sai bene che Rai International trasmette incredibilmente dalle 6 alle 8 ore di Prova del Cuoco o dell’equivalente (non so il titolo).
Per il resto manda in rete partite di calcio e tre tipi di telefilm o fiction riempitiva, dove si deduce quant’è buona la polizia, quanto sono buoni i preti e i carabinieri.

Nulla ho contro le persone, o contro le rispettabilissime (preti a parte) categorie citate, ma un paese civile e ricco come l’Italia non può ridursi a questo livello.

Dal Consolato Spaghetti al Consolato Mortadella and Trippa

Nei tempi andati, se uno straniero doveva fare un visto per l’Italia presso il Consolato Italiano, usava dire
I’m going to Spaghetti, che era già abbastanza riduttivo e seccante.
Ma d’ora in avanti lo straniero che avesse seguito il video tricolore potrebbe solo dire I’m going to Mortadella and Trippa, che è ancora più disonorevole degli spaghetti ovviamente.
Per due legislatura abbiamo avuto infatti in Prodi un premier denominato Mortadella.
Pare che l’attuale Ministro delle Politiche Agricole venga spesso associale all’immagine del Salame Nostrano.
Stia attento il buon Silvio a non farsi appioppare l’incomoda etichetta di Trippa.
Sponsorizzare ed approvare su Mediaset trasmissioni come Gusto, non può fare altro che ripagare al meglio il suo padrone.
A ognuno il suo, come dice il proverbio.
Non si possono seminare ceci e raccogliere fichi.

Un divertente episodio calcistico coinvolgente la Frascatana e la Grossetana

Per quanto concerne il calcio, ricordo poi un particolare.
C’erano i Campionati Europei del 2004 e mi trovavo a Pattaya.
Mi interessava di vedere la partita Italia-Bulgaria.
Scoprii che Rai International trasmetteva a quell’ora l’incontro Frascatana-Grossetana.
Non intendo offendere i tifosi di tali squadre e nemmeno gli amanti della cucina filo-macellatoria, ma mi viene lecito chiedermi se è verosimile che agli italiani all’estero piaccia da matti la Prova del Cuoco da mattina a sera, e se è verosimile che siano per la maggior parte provenienti da Frascati e Grosseto.

Il problema è che la popolazione italiana è la più medicalizzata del mondo

Il problema, caro Valdo, è che la popolazione italiana è la più medicalizzata del mondo intero.
E’ un paese, il nostro, dove il paziente è ormai più medico del medico.
Primo a criticare il medico che sbaglia.
Primo anche a criticare le medicine e i farmaci, ma primo anche a difendere il sistema e a farsi dare prescrizioni, iniezioni e pillole.
Ricordo che spesso ho praticato di mia iniziativa la Cura della Non Cura, che voi igienisti naturali raccomandate in continuazione, e spesso a ragione.
Ma ho sempre dovuto farlo da carbonaro, all’insaputa dello stesso cliente che avevo in cura, perché, se lo avesse saputo, al posto di ringraziarmi avrebbe cambiato medico.
Un Roberto Mendelsone insomma, in Italia correrebbe il concreto rischio di trovarsi le stanze di casa piene dei suoi libri invenduti e all’indice.

Se il teorema Mendelsohn ha sfondato nel mondo, il teorema Giovannetti non è da meno.
Mendelsohn è sadico e masochista.
Giovannetti, per una volta, si comporta da Papa: salva il medico, salva il paziente e salva il farmacista.

Al teorema Mendelsohn, citato all’inizio, il dr Giovannetti contrappone il suo, molto più umano e tollerante, ed anche più ironico e malizioso.
Mendelsohn è bravo e simpatico, ma ha pure del masochista, perché sputa nel piatto in cui mangia.
Forse lo fa perché poi vende tanti libri, e allora diventa un opportunista.
Sadico lo è di sicuro, in quanto condanna a morte sia il medico che il farmacista.
Giovannetti no. Mette tutti d’accordo, e lascia che il conto lo paghi lo stato, da sempre campione in fatto di generosità e di manica larga.

Stai bene? Restatene a casa e ringrazia il cielo.
Stai male? Va dal medico e fatti dare delle prescrizioni (perché anche lui deve pur vivere).
Poi va dal farmacista e ritira le medicine (perché anche lui deve pur vivere).
Tornato a casa, prendi il sacchetto coi farmaci e scaraventalo nelle immondizie (perché anche tu devi
pur vivere)

Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
- Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

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